Sbarco a Salerno

Sbarco a Salerno
parte della campagna d'Italia della seconda guerra mondiale
Sbarco di truppe statunitensi sulle spiagge di Laura, nel golfo di Paestum, il 9 settembre 1943
Data9-18 settembre 1943
LuogoSalerno
EsitoVittoria alleata
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Sei divisioni in totale[1]Sette divisioni in totale (~ 170000 uomini al 16 settembre)[2]
Perdite
~ 3000 (morti, feriti, dispersi)[3]~ 9000 (morti, feriti, dispersi)[3]
Dettagli sulle perdite al paragrafo dedicato
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Lo sbarco a Salerno (nome in codice operazione Avalanche) fu effettuato dagli Alleati il 9 settembre 1943, lungo le coste del golfo della città omonima e come continuazione della campagna d'Italia della seconda guerra mondiale. Gli alti comandi alleati intendevano costituire un'importante testa di ponte e da lì occupare di slancio Napoli con il suo fondamentale porto, utile per rifornire le truppe impegnate sul fronte italiano: la 5th Army del tenente generale Mark Clark condusse l'attacco anfibio con il concordato appoggio dell'8th Army britannica del generale Bernard Law Montgomery, sbarcata a Reggio Calabria il 3 settembre. Assieme, le due armate avrebbero poi attaccato le postazioni difensive tedesche della Linea del Volturno e della Gustav, in Italia centrale.

Le truppe del generale Clark sbarcarono tra difficoltà tutto sommato gestibili e imbevute di un ottimismo dettato dall'avvenuta resa italiana. Nell'arco di due giornate, però, subirono i violenti contrattacchi delle divisioni in affluenza della 10. Armee del tenente generale Heinrich von Vietinghoff, che il feldmaresciallo Albert Kesselring (comandante supremo tedesco per il Mediterraneo) aveva opportunamente concentrato sulle alture dominanti il golfo; i tedeschi, in particolare, sfruttarono un largo varco tra i due corpi d'armata che componevano la 5th Army, coincidente con il fiume Sele, e riuscirono a penetrare a fondo nella testa di ponte. Clark temette un disastro, al punto di abbozzare piani di evacuazione, ma in ultimo la tenace resistenza anglo-statunitense (caratterizzata dal massiccio supporto d'artiglieria, terrestre e navale) scongiurò la minaccia e frenò i tedeschi.

Dopo dieci giorni di aspri combattimenti, gli Alleati, che pure avevano subito perdite molto più elevate dei tedeschi, riuscirono a uscire dalla testa di ponte il 19 e a riorganizzarsi in vista dell'avanzata verso Napoli, che nel frattempo era già insorta durante le cosiddette "Quattro giornate di Napoli"; vi giunsero il 1º ottobre 1943. La 10. Armee, al contempo, aveva ripiegato ordinatamente in direzione della Linea del Volturno, arroccata nell'impervio territorio appenninico a nord del capoluogo campano, dove si preparò ad affrontare nuovamente gli Alleati.

  1. ^ Morris, p. 228.
  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Morris215
  3. ^ a b Atkinson, p. 279.

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